PERSONAL BRANDING: COME RACCONTARSI IN MODO EFFICACE

Diabolik, in arrivo il film dei Manetti Bros: ecco quel che sappiamo – Auralcrave
Sapersi raccontare. Essere in grado di trasferire competenze, emozioni, aspirazioni, passioni e tanto altro ancora.  Nulla di complicato, si tratta solo di parlare di noi, di quello che abbiamo realizzato e di quello che vorremmo realizzare. Semplice vero?
Non un articolo, non un saggio. Semplicemente, vorremmo condividere alcune considerazioni basate sulla nostra esperienza di selezionatori. Condividere, per crescere insieme. 
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Eppure, pensate, una delle Skills su cui molti candidati ad un colloquio si giocano quella possibilità è proprio la “capacità di raccontarsi in modo coinvolgente“, con quell’equilibrio che è in grado di creare interesse in chi, in quel momento, è seduto dall’altra parte della scrivania e ha il compito di selezionare una nuova figura da collocare in una data posizione. Un altro uomo o un’altra donna, davanti a Voi per ascoltare la vostra storia, per comprendere il vostro potenziale professionale, ma anche per comprenderne quello umano.
Non a caso abbiamo utilizzato Diabolik per aprire questa nostra riflessione. Un personaggio nato nel 1962 dalla matita delle sorelle Angela e Luciana  Giussani. Invincibile, indipendente, in grado di prendersi subito ciò che vuole senza curarsi di nulla e di nessuno. Un perfetto carrierista se vogliamo trasporlo in ambiti lavorativi competitivi. Dotato di di ogni abilità e di grande intelligenza. Insomma, un numero uno.
Nel raccontare se stessi, molti compiono uno sbaglio fatale. In mancanza di una preparazione specifica, cedono alla lusinga di raccontarsi con quella “saccenza” da primi della classe, colti, preparati, con grande esperienza. Insomma quei personaggi infallibili che un’azienda, uno studio professionale, un ufficio, non possono fare a meno di acquisire, consci che da lì in poi saranno solo successi. Atteggiamento sbagliato che, molto spesso, fornisce al selezionatore la sensazione di trovarsi difronte ad una persona molto presuntuosa che ha certamente una dote quella di “sopravvalutarsi“. Diabolici nel racconto di sé e delle proprie capacità. Facile intravvedere la delusione di quel “le faremo sapere” che non si tradurrà mai nell’invito a ripresentarsi per ascoltare una proposta di collaborazione.
Per converso, vi sono candidati molto più simili ad un altro personaggio dei cartoni animati degli anni settanta: Gustavo.
Altro emblematico individuo, imbarazzato ed impacciato come pochi. Ecco l’altro atavico nemico. Non saper raccontarsi. Non saper descrivere le proprie attitudini, le proprie esperienze, le proprie passioni, unitamente alla motivazione per cui vorremmo essere selezionati. Per essere lì, proprio lì, in quella posizione vacante.
Ecco due estremi, figli della stessa impreparazione nel saper raccontarsi. Con realismo, senza sopravvalutazioni, ma con quella passione che sappia stimolare la curiosità di chi ci sta ascoltando. Dobbiamo essere in grado di raccontare la nostra personalità, con quella neutralità che affascina e passa il messaggio che, quella personalità, sia quella giusta per essere inserita in quel contesto lavorativo. Proprio così, perché ogni contesto lavorativo, di piccole o immense dimensioni, è composta prima di tutto da persone. Ed è tra persone che ci si deve relazionare.
E’ a quel “Mi Fido di Te” che dobbiamo arrivare. Nella mente di chi ci sta esaminando deve farsi strada un “Mi Fido di te“, sia dal punto di vista strettamente professionale che sotto il profilo personale e umano. Ecco la scintilla che diviene quel valore aggiunto per la collocazione in cui potremmo essere selezionati.
Dobbiamo essere in grado di raccontarci esprimendo un valore assoluto, ineguagliabile: la nostra unicità. Così come sono uniche le nostre radici, le nostre esperienze e le nostre doti caratteriali ed umane. Unici e ineguagliabili. Ecco la nostra carta migliore. Stiamo proprio parlando di un capitale dal valore inestimabile, il “Capitale Umano“. Con Lealtà e Sincerità, verso chi ci sta difronte ma, soprattutto, verso noi stessi.
Con questi presupposti, potremo andare ad integrare il nostro CV, oggi mutato. Si, perché una azienda che deve assumere una persona o avviare una collaborazione professionale, vuole certamente apprendere i vostri titoli di studio, le vostre esperienze, le specializzazioni, ma, ancor di più, vuole saper chi siete. Quella stessa azienda, impartisce disposizioni ai selezionatori di capire quale sarebbe il valore aggiunto ottenuto nel farvi salire a bordo e quale la vostra affidabilità nel tempo.
Un esempio. Siamo stati interpellati per gestire una serie di colloqui per selezionare un medico farmacista da inserire come direttore di una importante farmacia privata. Dalla committenza ci è stato dato l’input di valutare gli ovvi titoli professionali, laurea, esame di stato ed eventuale specializzazione ed esperienze pregresse, ma, soprattutto, di valutare le doti di Leadership. Non intesa come arte del comando, ma come attitudine a motivare i collaboratori, facendo sentire loro che potevano sempre contare sul loro direttore. Al pari, si richiedeva una dote importante per relazionarsi correttamente con i clienti della farmacia: l’Empatia. Proprio quella. Saper ascoltare, comprendendo le problematiche della persona, dando quel conforto di chi comprende i problemi vissuti. In base a quanto richiestoci, i tanti candidati incontrati hanno poi sortito una assunzione, poi rivelatasi quella giusta per l’importante posizione offerta. Molti avevano esperienze scintillanti, curriculum studi da bacio accademico, caratteri da leader duri ed inflessibili. Non era quello che si cercava. Fu trovato in una giovane e preparata dottoressa che sapeva far sentire chi le stava difronte come se fosse la persona più importante al mondo. Oggi è quarantenne e continua a dirigere quella grande realtà. Con professionalità e tanta passione.
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Formazione per sapersi raccontare. Per non perdere un’occasione unica e irripetibile.
Ecco l’obiettivo dei nostri corsi di Personal Branding
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In base alle normative attuali lo studio è abilitato per tenere corsi in presenza. Il corso breve viene anche proposto on line sia per singole persone che per gruppi. Anche in questa modalità resta possibile un aspetto fondamentale, il contatto diretto tra partecipanti e docente. 
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